martedì 17 settembre 2013

La Piccola Bellezza



Si commentava qui, di come una doccia calda sia una delle grandi gioie della vita, una gioia che per generazioni è stata ingiustamente snobbata da sedicenti artisti. Certo, son buoni tutti di cantar d’amore: se non sai cosa dire puoi sempre far rima con cuore. Mentre doccia con cosa fa rima? Al massimo con boccia o bisboccia. Ecco, non è che puoi decantarlo con facilità, un concetto che ha rime del genere.

Allora lancio io una petizione a chiunque qui si stia preparando per il prossimo Sanremo: le Cose Belle della vita sono tante. Perché limitarsi? Ci sono le Gioie Grandi, ma ci sono anche le Gioie Piccole, che hanno effetti più leggeri, ma almeno non sono immorali e non fanno ingrassare

La particolarità delle Gioie Piccole è che non le noti finché qualcuno non te le fa notare. O almeno, così era per me con Passarsi la mano a struscio sui capelli rasati a uno®. E allora, pensiamoci noi a farne notare qualcuna.

Ad esempio, io voto subito per Buttare il vetro nella campana. Con forza, con dolo: con il solo scopo di frantumare. La settimana scorsa la campana era quasi piena e non c’era verso di spaccare nulla: giuro che ci sono rimasto male.

Oppure, ad esempio, sempre a proposito di rumori e bottiglie, Il suono del vino mentre lo versi da una bottiglia appena stappata. Presente quel colpo glottale multiplo che sa già d’acquolina?

Un’altra è Immaginarsi l’aspetto di luoghi a caso sulle mappe. Una cosa che peraltro Google Maps ha reso possibile fare anche senza fantasia, e devo ammettere che per una volta l’esercizio reale mi diverte tanto quanto quello fantastico.

E poi, sempre sulla strada, ma stavolta reale, Leggere le targhe e indovinarne la provenienza.  Un esercizio che ha contribuito quasi quanto la Coppa Uefa alla mia conoscenza della geografia europea. E guidare nei paesi senza targhe localizzate ormai mi dà quasi fastidio.

L’ultima, quando non sono in viaggio reale o mentale, o quando non ho a che fare con bottiglie piene o vuote, Toccare gli oggetti nei negozi. Non è tanto che me ne sono accorto, prendo in mano libri e CD, leggo due parole senza assimilarne il contenuto e ripongo, soddisfatto dal piacere tattile. Un giorno magari me lo compro, un giorno.

L’ultimissima, che mi è venuta in mente or ora, La strada verso casa, di notte, con musiche tragicoromantiche. E vale in macchina sulle curve alpine vuote della mia Valle natìa, in bicicletta da Amsterdam a Diemen e a piedi, ieri sera, dal centro a St.-Cyp. Verso le 22.30 mi sono accorto di avere una gran voglia di strada verso casa, che ho imboccato e centellinato lentamente, con passi bislacchi dettati da Tom Waits, ma senza troppo alcol in corpo, dimostrando che funziona anche da sobri.

Ecco, ora tocca a voi, aprite una bottiglia, prendete in mano l’altlante o andate alla libreria più vicina. Non state già meglio? E per farvi stare ancora meglio (minchia, si vede che sono mesi che lavoro su testi di marchetting?), ora è il turno di Hombre.

3 commenti:

Hombre ha detto...

Bon, raccolgo il guanto di questa piccola bellezza session, mi passo la mano a struscio sui capelli rasati a uno e magari vedo di estendere il cerchio...
Si capisce che ero in attesa?

bastian contreras ha detto...

A te il testimone. Ma te li radi proprio tutti i giorni, i capelli?

Hombre ha detto...

No, i capelli, quei pochi che hanno resistito me li rado una volta ogni 20 giorni. Tutti i giorni non darebbe gioia, mi sa.
Aggiungo una piccola gioia qui, nei commenti, perché ormai ci ho già scritto su troppe righe: andare a commentare un blog captcha free. :P
Ah, io ho fatto.